Quando chiedere aiuto a uno psicoterapeuta: prendersi cura di sé con delicatezza
- Dott.ssa Maddalena Boscaro
- 16 set
- Tempo di lettura: 2 min
Prendersi cura della propria vita interiore è un gesto di profonda attenzione verso sé stessi. Spesso si rimanda il momento di chiedere aiuto, come se il dolore dovesse per forza passare da solo. Ma non è così: il dolore ha sempre qualcosa da dirci. Chiedere supporto psicologico significa dare dignità a quella voce interiore che chiede ascolto.
I segnali da non trascurare
Ci sono momenti in cui la sofferenza si manifesta con più chiarezza:
Ansia e inquietudine costante: un’agitazione che sembra non trovare riposo.
Insonnia o sonno disturbato: la mente che non smette di pensare, anche di notte.
Relazioni difficili: conflitti che si ripetono, solitudine anche quando si è in compagnia.
Traumi che non si chiudono: esperienze passate che continuano a lasciare ferite aperte.
Questi segnali sono modi attraverso cui la psiche cerca di farsi sentire.
Uno spazio di ascolto: tra psicoanalisi ed esistenzialismo
La psicoterapia non è solo un insieme di tecniche, ma prima di tutto uno spazio di ascolto e di incontro autentico.
La psicoanalisi, e in particolare la prospettiva lacaniana, ci ricorda che al centro della vita psichica c’è il desiderio: comprendere la propria storia e dare parola a ciò che sfugge alla coscienza permette di riscrivere il rapporto con sé stessi e con gli altri.
La psicologia esistenzialista sottolinea la libertà e la responsabilità di ciascuno: anche nella sofferenza, l’essere umano è chiamato a costruire senso e significato, a diventare autore della propria vita.
In questo cammino, le tecniche validate dalla ricerca – come l’EMDR, la Compassion Focused Therapy o la Flash Technique – si integrano con un ascolto profondo, volto a dare parola e senso a ciò che spesso resta in silenzio.
Perché chiedere aiuto ad Ancona
Rivolgersi a uno psicoterapeuta significa non restare soli di fronte al proprio dolore. Ad Ancona puoi trovare un sostegno che unisce competenza clinica, sensibilità psicoanalitica e attenzione esistenziale, in un percorso che non propone risposte preconfezionate, ma accompagna a scoprire le proprie.
Ogni persona ha il diritto di essere accolta nella propria unicità, con i propri tempi e le proprie domande.
Il primo passo: un atto di cura
Iniziare un percorso psicologico non è segno di debolezza, ma di cura. È dire a sé stessi: “La mia vita, le mie emozioni, la mia storia hanno valore”.
Se senti che è il momento di ascoltarti e prenderti cura di te, puoi contattarmi per un colloquio conoscitivo.




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