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Le ferite invisibili: i bisogni affettivi insoddisfatti con cui usciamo dalle nostre famiglie

Non esiste famiglia perfetta.


Esistono famiglie dove l’amore c’è, ma non basta.


Dove si fa del proprio meglio, ma qualcosa non arriva.


Nessuno esce dall’infanzia “a zero”.


Ognuno di noi porta con sé bisogni emotivi rimasti in sospeso:

  • il bisogno di essere visti,

  • il bisogno di essere ascoltati,

  • il bisogno di essere amati senza dover meritare.


Queste mancanze non sono sempre eclatanti: spesso sono silenziose.


E proprio perché silenziose, più profonde.


1. Freud: l’infanzia come matrice delle relazioni future

Freud è stato il primo a dire una cosa semplice e rivoluzionaria:


Le nostre relazioni attuali sono repliche delle prime relazioni d’amore.


Non copiamo solo comportamenti,copiamo modelli emotivi.


Se da piccola hai sentito che dovevi essere “brava”, composta, autonoma…oggi potresti sentirti in colpa ogni volta che hai bisogno di aiuto.


Se hai imparato che esprimere emozioni creava tensione o distacco…ora potresti aver sviluppato una forma di autocontrollo emotivo che ti isola.


I bisogni non soddisfatti diventano:

  • standard irraggiungibili,

  • aspettative su noi stesse,

  • modelli affettivi che si ripetono nelle relazioni.


2. Lacan: non veniamo amati per ciò che siamo

Lacan affonda il colpo.


Secondo lui, non veniamo amati per come siamo, ma

per la funzione che rappresentiamo per l’Altro.


Tradotto in vita quotidiana:

  • “Se non disturbi, ti amo.”

  • “Se sei forte, ti ammiro.”

  • “Se non mostri fragilità, rimani accettabile.”


È l’amore condizionato.


Non amore: contratto emotivo.


Quando cresci così, impari che la tua autenticità è pericolosa.


E sviluppi un modo sotterraneo di esistere: compiacere, adattarti, essere utile.


Per essere amata → devi smettere di essere tu.


3. Bowlby e Winnicott: quando nessuno ci ha tenuto abbastanza

John Bowlby, padre della teoria dell’attaccamento, lo dice con chiarezza:


se una bambina non si sente tenuta emotivamente, svilupperà un senso di sé fragile.


Winnicott aggiunge un’altra idea fondamentale:


Un bambino non ha bisogno di una madre perfetta, ma di una “madre sufficientemente buona”.


Sufficientemente buona = presente, sintonizzata, non invadente.


Molte donne crescono in famiglie dove i genitori erano stanchi, ansiosi, fragili, occupati, o semplicemente incapaci di vedere il mondo emotivo del figlio.


Risultato?


Una vocina interiore che dice:

"Non devo avere bisogni."


4. Esistenzialismo: non è colpa tua, ma ora è responsabilità tua

Sartre diceva:

“Siamo condannati alla libertà.”


In psicologia, significa una cosa potente:non scegliamo le ferite che riceviamo,


ma diventiamo responsabili di ciò che ne facciamo.


Irvin Yalom, psichiatra esistenziale, lo riprende:

“La guarigione avviene quando smetti di aspettare che qualcuno ti salvi.”


Non possiamo cambiare ciò che è mancato.


Ma possiamo smettere di inseguire negli altri ciò che non abbiamo ricevuto.


A un certo punto della vita, la domanda cambia:

❌ “Perché i miei genitori non mi hanno dato quello di cui avevo bisogno?”

✅ “Sono disposta a darmi oggi ciò che non ho ricevuto allora?”


Guarire significa interrompere il ciclo della carenza.


5. La ferita più grande: dover meritare amore

Tutte le ferite emotive convergono in questa:

Aver creduto che l’amore si merita.


Così ci ritroviamo adulte:

  • ad accettare briciole di attenzione,

  • a mettere i bisogni degli altri davanti ai nostri,

  • a provare gratitudine quando qualcuno ci dà il minimo.


Quando impari che devi meritare amore,poi cerchi relazioni dove devi lottare per esistere.


E qui nasce il punto di svolta.


L’amore vero non si merita.

Si riceve perché si esiste.


6. Guarire: darsi oggi ciò che non si è ricevuto ieri

Guarire non è perdonare tutti.


Guarire è:

  • riconoscere quello che non c’è stato,

  • legittimare il dolore,

  • smettere di giudicarsi per come ci siamo adattate.


Guarire è scegliere di non tradire più noi stesse.


Piccoli gesti, ogni giorno:

  • dire no senza giustificarsi,

  • chiedere supporto quando serve,

  • concedersi una pausa senza colpa,

  • mettere nome alle emozioni,

  • accettare di essere imperfett* e amabili.


È così che si esce dal passato.


Non cancellandolo.Non vincendolo.


Smettere di ripeterlo.


🟡 Domanda finale (per te)

In questo momento della tua vita, quale bisogno emotivo stai imparando a riconoscere e onorare?

Rispondere a questa domanda è già un primo atto di guarigione.


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