
Ansia: quando il passato e il futuro pesano sul presente
L’ansia è una delle esperienze più comuni e, allo stesso tempo, più complesse della vita psichica.
Non è soltanto “paura senza oggetto”, come spesso viene definita: è la sensazione che il futuro irrompa nel presente, con il suo carico di incertezza e possibilità non ancora decise.
Uno sguardo psicoanalitico
Per la psicoanalisi, l’ansia non è un errore da correggere, ma un segnale prezioso.
Freud la descriveva come la trasformazione di un conflitto inconscio, mentre Lacan sottolineava che “l’ansia non inganna”: è l’unico affetto che non mente, perché ci mette a contatto diretto con il nostro desiderio e con ciò che non riusciamo a nominare.
In questo senso, l’ansia è una bussola: dolorosa, certo, ma capace di orientare verso ciò che davvero conta per noi.
Anche la filosofia esistenzialista ha colto questa dimensione.
Per Kierkegaard, l’ansia nasce dal rapporto con la libertà: di fronte alle possibilità infinite che ci abitano, siamo chiamati a scegliere, e questa vertigine può paralizzare.
Heidegger parlava invece di “essere-per-la-morte”: l’ansia svela la finitezza della nostra esistenza, spingendoci a confrontarci con l’autenticità della nostra vita.
Un percorso possibile
In terapia, l’ansia diventa una porta di accesso.
Non si tratta di eliminarla a ogni costo, ma di comprenderne il senso, di darle un linguaggio.
Attraverso la relazione terapeutica e strumenti come l’EMDR, la Compassion Focused Therapy o la psicoanalisi, è possibile trasformare l’ansia da ostacolo paralizzante a segnale di cambiamento.
Se senti che l’ansia condiziona la tua vita quotidiana, la psicoterapia può aiutarti a ritrovare equilibrio e a scoprire che dietro ogni paura si nasconde una possibilità di crescita.
